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Sin dal suo nascere la Transavanguardia ha saputo puntare sull’identità della cultura italiana, inserendola a pieno titolo, e con una sua peculiare originalità, nel dibattito culturale internazionale degli ultimi quarant’anni. Nello stesso tempo ha portato l’arte contemporanea nostrana a un livello di attenzione, da parte di collezionisti e musei stranieri, del tutto nuovo. Da qui l’esigenza di rivisitare, in questo particolare anniversario, motivi ispiratori, immaginario ed eredità di questa esperienza ripercorrendone la storia con una grande esposizione retrospettiva.
Teorizzata nel 1979 da Achille Bonito Oliva con un saggio su Flash Art e da questi presentata per la prima volta al pubblico alla XIII Rassegna internazionale d’arte di Acireale, la Transavanguardia ha la propria consacrazione ufficiale nella sezione Aperto ’80 della 39ª Biennale di Venezia, segnando un punto di rottura con le ricerche minimaliste, poveriste, processuali e concettuali che avevano dominato gli anni sessanta e settanta. All’idealismo progressista delle neo-avanguardie il nuovo movimento risponde con il ritorno alla manualità dell’arte e alle sue tradizioni, antiche e moderne, con il recupero di un’immagine che non si priva del piacere dell’opulenza, né dell’aura della rappresentazione. All’utopia internazionalista del modernismo e alla sua coazione al nuovo oppone il genius loci del singolo artista, ossia il territorio antropologico del suo immaginario, nonché l’esercizio disinvolto del nomadismo culturale e dell’eclettismo stilistico, che si nutre di memoria del passato e di citazioni dalla storia dell’arte, contribuendo in tal modo al più generale processo di rielaborazione della Storia e della soggettività avviato negli anni ottanta dal pensiero post-moderno.
Per ciascuno dei cinque protagonisti della Transavanguardia il curatore ha selezionato 15 opere in collaborazione con gli artisti, tra le più significative, inedite o particolari della ricerca compiuta. La mostra ruota attorno ad alcune tematiche comuni, che attraversano le diverse poetiche dei cinque artisti in mostra: il ritorno alla manualità della pittura, il narcisismo dell’artista, il doppio e l’altro, la violenza, la natura, l’incertezza della ricerca, l’inconscio, l’immagine tra disegno e astrazione, tra bi e tridimensionalità. Raccoglie in tutto 66 opere: 44 provenienti da musei, fondazioni, gallerie e collezioni private italiane, e 22 da musei e collezioni europee e dalle maggiori gallerie che hanno lavorato e promosso la Transavanguardia nel mondo.
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