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Mostra Terre vulnerabili Milano
Mostre Milano

Terre vulnerabili

Dal 22/10/2010 al 22/06/2011

Attenzione: evento scaduto!

Prezzo
Euro 8,00
Servizi
Pagamento con VisaPagamento con MastercardPagamento con AmexAccesso disabili

La catena e l’anello della frase di Stanislaw J. Lec portano inevitabilmente con sé l’immagine della connessione fra gli elementi. È così che l’ultima suggestione di Terre Vulnerabili è anche la metafora di un’intera e lunga mostra leggibile come un processo ciclico in cui gli eventi si susseguono uno come conseguenza dell’altro. Allo stesso tempo, evoca anche Le soluzioni vere vengono dal basso, il primo titolo delle quattro fasi di Terre Vulnerabili. L’anello fragile che rompe la struttura, racconta però anche le dinamiche di un gruppo di lavoro e il processo che richiede per arrivare all’opera finale; in essa rivela la sua forza, perché è l’elemento che crea l’istante distruttivo, la frattura, aprendo una nuova fase e una diversa possibilità di sviluppo e di senso. Ecco perché è anche un’immagine che può rappresentare un’efficace metafora dell’artista, la figura quasi per definizione del “disallineato” rispetto alle regole, agli schemi prestabiliti e prevedibili. Fragilità come creatività, dunque, come luogo in cui si può rivelare l’essenza dell’arte. Walter Benjamin aveva intravisto questo legame. Nella sua visione messianica la storia non è una progressione lineare e continua di fatti incatenati tra loro in modo necessario; il suo senso emerge piuttosto nelle pieghe e negli anfratti dello sviluppo, proprio là dove qualcosa infrange l’ordine e la consequenzialità: in quell’attimo rivoluzionario irrompe la libertà, la possibilità di riscattare le rovine del passato che si estendono davanti agli occhi degli uomini. Allora l’Angelus novus – così il pensatore tedesco immagina l’artista, il filosofo, il poeta… – è travolto verso il futuro: guardando con dolore al passato si protende verso un avvenire diverso, un mondo forse migliore. Nell’attimo fragile e critico della riflessione, dello sguardo cosciente rivolto al mondo, infrange l’abitudine, la rassegnata scansione dei momenti, scoprendo il regno della possibilità e dell’utopia. Nella sua vulnerabilità e fragilità, l’artista compie un gesto potente. Terre Vulnerabili si trasforma per un’ultima volta, evolve radicalmente ed assume la sua forma finale, avendo rinunciato ad una definitiva a favore della variazione e dell’infinita possibilità. Ha luogo interamente nello spazio “alto” dell’Hangar, abbandonando lo Shed e accogliendo ulteriori quattro nuove opere, di cui quelle di Alberto Tadiello, di Pascale Marthine Tayou e di Nari Ward appositamente realizzate e quella di Roman Ondák inedita in Italia. Ne vede alcune trasformarsi ancora (Bruna Esposito, Margherita Morgantin) altre crescere oppure sciogliersi (rispettivamente Ludovica Carbotta, Adele Prosdocimi, e Invernomuto), altre ancora sommarsi ad altre preesistenti (Alberto Garutti, Christiane Löhr, Elisabetta Di Maggio), molte infine muoversi e ricombinarsi fra loro in nuove ed inaspettate configurazioni.

Hangar Bicocca - Via Chiese, 2 Milano
COME ARRIVARE
Metro M1 Sesto Marelli, Bus Linea 87
Hangar Bicocca - Via Chiese, 2 Milano

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