Zadie Smith: la testimone delle identità in conflitto

Molti scrittori considerano fondamentale, nell'approcciarsi alla propria produzione, l'originalità della propria voce e la libertà dalle influenze. Zadie Smith questo problema non se lo pone e - come ha spiegato nella sua produzione saggistica - si nutre di influenze, vi si tuffa con piacere sperando di assorbirle e di utilizzarle per guidare la propria scrittura verso un ideale espressivo. Il risultato, naturalmente, è una voce letteraria originale e intelligente che da oltre dieci anni si è imposta con una personalità inconfondibile nel panorama letterario internazionale.

Un'altra caratteristica peculiare di Zadie Smith consiste nella capacità di conservare una voce chiara e riconoscibile pur muovendosi da uno stile all'altro. Ogni romanzo è scritto con uno stile leggermente differente, così come differenti sono per ognuno i temi chiave e i riferimenti culturali (il recente NW riprende in parte i temi del romanzo d'esordio Denti Bianchi), eppure l'eco della personalità dell'autrice risuona inconfondibile in ognuno.

La produzione saggistica, ma anche le dichiarazioni esplicite in diverse interviste, hanno reso il suo processo creativo abbastanza pubblico da permetterci di scorgere il meccanismo che lo guida e offrirci il privilegio di assistere alla costruzione di un'autocoscienza. Lo scrittore che, consapevole del proprio scopo, prima di scrivere si interroga su cosa sia la scrittura e da quali impulsi debba muovere è un animale assai raro. A Zadie Smith non interessa, tuttavia, confinarsi nell'olimpo dei letterati: ci svela i "trucchi" del mestiere dimostrandoci che, nonostante questo, la magia finale rimane intatta.