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Shōzō Shimamoto, tra Fontana e Pollock: l'artista giapponese si confronta con moltissime...
Notizie Milano

Shōzō Shimamoto e il Giappone "diverso"

Del 05/07/2013 di Lucia Conti - Spesso paragonato a Pollock e a Fontana, l'artista si confronta con la materia e con il dopoguerra

Definito dal New York Times uno degli artisti più audaci dell'arte sperimentale contemporanea e spesso associato a Jackson Pollock e John Cage, Shōzō Shimamoto, classe 1928, contribuisce a creare una frattura definitiva nella percezione dell'arte giapponese, concepita fino a quel momento e quasi universalmente come "floreale" e decorativa.

In questa direzione si colloca la sua adesione al movimento d'avanguardia "Gutai", parola che in giapponese individua un conflitto tra materia e spirito, nonchè il suo contributo pionieristico alla "Mail art", che crea un feedback interattivo tra mittente e destinatario dell'opera d'arte "postale".

I drammatici eventi legati alla fine della seconda guerra mondiale e l'orribile impatto avuto sul Giappone dopo Hiroshima e Nagasaki, infatti, producono inevitabili ripercussioni sulla sensibilità dei "creativi" giapponesi, i quali si trovarano costretti a confrontarsi con la dimensione della materia, anche nelle sue implicazioni più abnormi e distruttive, e a distaccarsi parzialmente da quell'empireo spiritualistico che fino a quel momento li aveva qualificati culturalmente.

Non fa eccezione neanche Shimamoto, che finisce per conciliare il suo taoismo di fondo con una visione radicale e spregiudicata legata al nuovo corso della Storia e ai problemi intellettuali posti da un'inevitabile riorganizzazione del pensiero.

Passando dalla body art alla video art, dai celebri "buchi" spesso associati ai tagli di Fontana all'anticipazione degli "happenings" degli anni Sessanta, sovvertendo le regole e le forme dell'arte tradizionale ed esaltando il segno, l'evento ed il corpo, l'artista espone e si esibisce molto frequentemente nei più famosi musei del mondo.

Nel 1979, in Canada, realizza un'installazione che consiste nell'esposizione di 10000 quotidiani, nel'93, a Kyoto, presenta un'opera ambientalista di circa duecento metri alla presenza del Dalai Lama e due anni dopo organizza il suo "funerale in vita", nell'ambito del quale dodici monaci recitano un sutra.

Notevole anche la reputazione che gli deriva da una spiccata sensibilità sociale, tra gli altri attestati di stima viene proposto per il Nobel per la pace da Ben Porter, fisico nucleare responsabile del Manhattan Project.

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