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Jackson Pollock, tra primitivismo e rivoluzione
Del 09/07/2013 di Lucia Conti - Le colature anarchiche di "Jack the dripper"

"Questa non è arte, è uno scherzo di cattivo gusto". Lo scrisse il Reynolds News nel 1959. L'oggetto di questa critica impietosa era Jackson Pollock, uno dei pittori che hanno maggiormente influenzato l'arte contemporanea, soprattutto nel suo definitivo distacco dalla dimensione figurativa.
Figlio di un agricoltore del Wyoming, trascorse la sua giovinezza tra l'Arizona e la California e venne espulso per indisciplina dalla "Manual Arts High School" di Los Angeles.
Il suo gusto particolare cominciò a formarsi quando, accompagnando il padre, diventato agrimensore con l'obbligo di fare dei rilievi sul territorio, entrò in contatto la cultura dei nativi americani, che lo avrebbe influenzato parallelamente ai seminari di David Alfaro Siqueiros, artista messicano specializzato in "murales".
L'intuizione di versare il colore direttamente sulla tela prese corpo all'inizio degli anni Quaranta, quando Pollock si trasferì a Springs, Long Island, insieme a sua moglie, la nota pittrice Lee Krasner.
Il suo rapporto con l'arte divenne fisico, spontaneo, influenzato dalla pittura automatica dei surrealisti, dal sand painting dei nativi e da una personale intuizione che lo portò a inventare la tecnica del "dripping" e costituì la base del movimento noto come "Action painting".
Pollock rifiutava il cavalletto e gli strumenti tradizionali della pittura, spesso collocava le tele sul pavimento, usava siringhe da cucina, bastoncini rigidi e tutto il corpo per schizzare il colore o danzare attorno all'opera. Presto la critica cominciò a chiamarlo "Jack the dripper".
In tutto questo si inserì in modo abbastanza spontaneao l'avvicinamento alla psicanalisi junghiana, a cui Pollock ricorse per liberarsi dall'alcolismo che lo afflisse per una vita e lo uccise nel 1956, ad appena quarantaquattro anni, in seguito a un incidente mortale causato dallo stato di ebbrezza.
Nel corso della terapia l'artista realizzò molti "disegni psicanalitici", percepiti come la versione moderna dell'arte "guidata dagli spiriti" propria delle popolazioni primitive, ma è dopo la sua morte che il suo stile e la sua opera divennero un capitolo centrale dell'arte contemporanea, ma anche lo spunto per un dibattito che ancora non si esaurisce e che vede contrapporsi interpretazioni radicali, più o meno fondate, sul suo lavoro.
Le femministe lo accusarono di aver realizzato delle "fantasie fallocentriche del maschio su delle tele simbolicamente poste in posizione supina". Alcuni studiosi liberali ritennero che puntare sull'espressionismo astratto piuttosto che sulla corrente del realismo socialista fosse una precisa strategia del governo per ribadire le sue fondamenta ideologiche. Parte di questa teoria parrabbe avallata dal fatto che molte esposizioni delle opere di Pollock, dopo la sua morte, furono patrocinate dal Congress for Cultural Freedom, organizzazione appoggiata dalla CIA e finalizzata alla promozione della cultura e dei valori statunitensi. Molti lo vedono "semplicemente" come un brillante epigono del cubismo.
In ogni caso l'opera di Pollock rappresenta un fulgido esempio della naturale rigenerazione dell'arte a partire da concetti "frattura", indispensabili nel flusso storico di un'evoluzione reale della creatività.