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Albrecht Dürer, il protagonista del Rinascimento Tedesco: La sua pittura recepisce le ist...
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Albrecht Dürer e la rivoluzione umanistica

Del 13/07/2013 di Lucia Conti - Approccio ed evoluzione del grande protagonista del Rinascimento tedesco

Albrecht Dürer è tra i nomi più importanti del Rinascimento tedesco e del panorama culturale europeo. Ambizioso pittore diviene notissimo anche soprattutto come incisore e per la sua straordinaria capacità di usare il bulino.

Figlio di un orafo, lavora sin da piccolo nella bottega paterna e realizza ad appena tredici anni un mirabile ritratto a punta d'argento, che dimostra una precoce e notevolissima capacità tecnica.

A sedici anni comunica alla famiglia di voler diventare pittore e viene affidato a Michael Wolgemut, abilissimo anche come xilografo. E' in questo modo che il giovane Albrecht perfeziona quelle tecniche di incisione che per tutta la vita lo aiuteranno molto sul piano economico e gli faranno guadagnare una fama internazionale.

La sua credibilità subisce un incremento notevole quando Federico Di Sassonia detto il Saggio, grande elettore di Wittenberg, gli commissiona una serie di ritratti, dimostrandogli il suo favore (pur preferendogli in assoluto Lucas Cranach il Vecchio, divenuto in seguito pittore di corte).

Nel frattempo Dürer sposa Agnes Frey, che sarà sempre piuttosto avversa alla sete di viaggi e conoscenza del marito, il quale, d'altro canto, si mostrerà sempre più che felice di lasciare a casa la moglie ogni volta ne avrà l'occasione (e lo farà spesso, visitando gran parte del mondo conosciuto).

Il primo viaggio in Italia dell'artista risale al 1495, quando un'epidemia di peste gli fornisce il pretesto di allontanarsi per un po' dalla sua città natale per visitare quello che ritiene il luogo d'origine dell'arte.

Di questa prima esplorazione, di cui ci restano poche testimonianze, sappiamo di sicuro che lo stimolerà ad affrontare il tema della corretta rappresentazione dell'anatomia. Nel frattempo non può non rimanere affascinato dalla pittura di Giovanni Bellini e di Gentile. Nei suoi quadri la figura umana sembra assumere un diverso spessore psicologico, rispetto al passato, e il rapporto con il paesaggio in cui è inserita diviene più intenso ed armonioso.

Al 1500 risale il celebre "Autoritratto con pelliccia", in cui l'artista si rappresenta seguendo lo schema frontale usato nel Medioevo per rappresentare Cristo e completa l'immagine con un'iscrizione in latino che riecheggia le parole della creazione nel Vecchio Testamento. Per questa ragione l'opera suscita impressione di essere stata in qualche modo ispirata dalle idee di Marsilio Ficino e dai circoli neoplatonici frequentati a Venezia dal pittore tedesco.

Quando torna in Italia per la seconda volta, Dürer è ormai famoso, ricercato e persino invidiato. Quasi sicuramente incontra Leonardo da Vinci e riceve l'apprezzamento ufficiale di Bellini, che non solo lo elogia pubblicamente, ma esprime il desiderio di acquistare qualcuno dei suoi lavori.

Il suo stile mescola abilmente elementi di pittura italiana e fiamminga e il suo ingegno produce una serie di ritratti realizzati con assoluta indipendenza intellettuale dalle aspettative del committente, vivaci acquerelli dipinti durante i viaggi, mirabili rappresentazioni della flora e della fauna, oggetti di alta oreficeria, miniature e illustrazioni di libri, progettazione di sculture, monumenti e fontane (ma anche di elementi di arredo come lampadari e cornici) e infine trattati didattici sulel fortificazioni, sulla geometria e sull'arta.

Emancipando in senso umanista la pittura tedesca da quell'impronta gotica che l'aveva condizionata fino a tutto il '400, inoltre, Dürer fornisce un contributo concreto all'evoluzione di un'epoca.

Le migliori opere di Albrecht Durer saranno in mostra a Milano fino all'8 settembre.

Categorie: Arte e cultura
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