L'Amorte

L'Amorte

La prima opera poetica di Alessandro Bergonzoni

L'Amorte

Fin dal titolo, L'Amorte rispecchia il gusto per il paradosso e il talento naturale per il gioco di parole che sono fra le caratteristiche più riconoscibili di Alessandro Bergonzoni. Dopo essersi cimentato con il teatro e con la prosa era inevitabile che, a un certo punto, questo autore prolifico e sfaccettato si confrontasse anche con la forma poetica.

Come è facile intuire non c'è nulla di tradizionale in questa raccolta di pensieri lapidari, che sono un'evoluzione naturale dei monologhi e degli aforismi che hanno reso indimenticabili i libri e gli spettacoli di Bergonzoni. C'è il paradosso linguistico ("ho avuto la custodia di mia figlia/ma dentro lei non c'era"), ma anche espressioni di stupore, di dolore, di ammirazione, sempre giocate sulla capacità di far suonare il linguaggio come fosse uno strumento musicale, facendo emergere la potenza delle parole anche attraverso la forza e la grazia del loro suono.

Nel presentare il proprio ultimo scritto, Bergonzoni si nega perfino il ruolo di autore in senso tradizionale, preferendo sentirsi un catalizzatore, un'antenna che incanala e ritrasmette pensieri che semplicemente necessitavano di uno sbocco espressivo. Un libro come L'Amorte presuppone un lettore attivo, che non si disponga a ricevere una lezione o una serie di informazioni dall'autore, ma che si impadronisca di ciò che legge e ne costruisca un prolungamento nella realtà, ampliando la propria capacità di sintonizzarsi anche su ciò che appare umanamente o emotivamente lontano dalla propria esperienza.