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Fabio Viale, marmo e leggerezza
Del 22/09/2012 di Lucia Conti - Modernità e tradizione nelle opere dell'artista trentasettenne

Non ha paura di osare, Fabio Viale, scultore nel senso più tradizionale del termine, in quanto letteralmente innamorato del marmo, che però utilizza per dare corpo a installazioni ardite, spesso interagendo fisicamente con le singole opere.
Nel 2002 ha fatto navigare un'imbarcazione in marmo del peso di seicento chili dalle acque del Tevere al lago del Gorky Park a Mosca, nel 2005 ha spinto per le strade di Torino, una riproduzione di pneumatico in marmo di circa una tonnellata.
Senza dubbio tutto questo esprime un progetto preciso e un'incrollabile ambizione artistica.
Viale, è noto anche per i suoi famosi "Souvrenirs", in cui l'artista immagina che molte fra le più famose sculture al mondo siano state sfregiate da un vandalo e quindi esibisce frammenti e resti mutilati delle presunte opere originarie, come il pene del David o il Cristo "superstite" della Pietà.
Al Museo del Novecento di Milano, dal 18 al 30 settembre, nell'ambito di una personale intitolata "Primo piano d'artista", verrano invece esposte quattro opere di grande impatto: innanzittutto lo pneumatico trascinato per le vie di Torino e l'imbarcazione di marmo arrivata fino in Russia, quindi la riproduzione di uno "stargate" simulato con delle cassette di plastica, incarnazione perfetta del sogno infantile di varcare i confini della realtà sensibile costruendo qualcosa di stupefacente con pochissimi mezzi a disposizione e infine un'opera chiamata "Arrivederci e grazie", che consiste nella trasformazione di due semplici sacchetti in carta forati in una scultura di marmo che si propone di cristallizzare l'effimero.
Il perno dell'ispirazione di Viale, è la ricerca tenace di un equilibrio tra la monumenatlità e la levità, tra l'eternità e la mutevolezza, tra il limite rappresentato dal peso e il superamento reso possibile dalla magia dell'ispirazione e dal potere della volontà umana.
Una filosofia interessante, quella di questo artista trentasettenne, nato a Cuneo e un progetto che fonde passato, presente e futuro, nel segno dell'assoluto e, ovviamente, del marmo.