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Damien Hirst: a Milano
Notizie Milano

Damien Hirst, provocazioni e successi

Del 28/02/2013 di Lucia Conti - Anatomia della vita e della morte sulla scia di Francis Bacon

Damien Hirst (1965), astro della scena britannica degli anni Novanta, nonchè una criticatissima "superstar" dell'arte contemporanea (a quarant’anni valeva già cento milioni di sterline).

La morte è il centro della sua attenzione: sezionata, indagata, sublimata e rappresentata nelle sue opere, è il filo conduttore della sua intera produzione. Per raggiungere questo obiettivo, Hirst utilizza cadaveri di animali conservati in formaldeide (squali, pecore, mucche), tra le inevitabili proteste di animalisti e di parte della società civile, che lo accusano di commissionare l'uccisione degli animali e di essere inutilmente crudele. Dalla prima obiezione, Hirst si difende, sostenendo di acquistare animali già morti, alla seconda non risponde, troppo consapevole del fatto che questa supposta crudeltà o l'equivoco sulle intenzioni, sia il vero amplificatore della sua fama.

Nel 2004 l'installazione "The Physical Impossibility Of Death In the Mind Of Someone Living", consistente in uno squalo tigre di quattro metri immerso in formaldeide ed esposto in una vetrina, diviene il simbolo della sua ricerca e lo rende l'artista vivente più caro, dopo Jasper Johns.

Altro aspetto per cui il multimilionario britannico è famigerato è l'apologia del fumo.
Hirst sostiene che le sigarette rappresentino una sorta di suicidio teorico, un modo ipotetco di togliersi la vita e che l'idea di darsi la morte lentissimamente abbia un impatto poetico radicale. Colloca meticolosamente migliaia di mozziconi in grandi bacheche e con lo stesso spirito allinea su gandi scaffalature, i farmaci da cui siamo quotidianamente dipendenti, ossessionato dalla medicina quanto dalla morte.

Per alcuni, le sue opere sono la proiezione moderna delle carcasse di buoi di Soutine e Rembrandt, nonchè delle orribili fascinazioni di Francis Bacon (che in molti considerano il suo 'antecedente pittorico'), di sicuro Hirst ha assimilato il ready made di Duchamp e la pop art di Andy Warhol rilanciando le loro provocazioni. Dove Duchamp e Warhol infatti, definivano l'arte sottraendo oggetti comuni al flusso della quotidianità o simboli alla produzione di massa, Hirst compie la stessa operazione, ma usando corpi che un tempo erano vivi e che tornano ad esistere "solo" in una dimensione eterna.

Damien Hirst sarà uno degli artisti in mostra a Milano, con la collettiva itinerante "Desire for freedom": 100 opere di artisti contemporanei per rimettere in discussione l'idea di libertà in Europa dal 1945.

Categorie: Arte e cultura

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