Tango alla Fine del Mondo

Tango alla Fine del Mondo

Diego Cugia torna con un romanzo d'appendice

Tango alla Fine del Mondo

Beatamente ignaro di mode e convenzioni, all'inizio del secondo decennio del secondo millennio, Diego Cugia ha scritto un romanzo di fine '800. Non si tratta semplicemente di una storia ambientata nel 1894, ma soprattutto di un romanzo d'appendice nella grande tradizione fiorita a cavallo fra il XIX e il XX secolo.

La famiglia Maggio - Michele, Caterina e le loro figlie Diana e Olivia - impossibilitata a continuare a vivere serenamente in Sicilia, si lascia convincere da Tano, agente marittimo, ad acquistare una fazenda in Argentina. Al momento di partire manca un biglietto e Diana è costretta a restare (si pensa temporaneamente) indietro. Verranno presto alla luce i due grandi inganni di Tano: il futuro promesso in Argentina si rivela una vita di miseria e duro lavoro in un mattatoio e Diana, per la quale il truffatore nutre una morbosa attrazione, è stata trattenuta intenzionalmente e viene ridotta in schiavitù.

Ad alleviare le dure giornate degli emigranti italiani in Sudamerica sono le notti incantate, trascorse suonando e ballando al Bandoneón: è così che nasce il Tango. Il nuovo ballo, con la sua carica di sensualità proibita, farà da contorno alla nascita di un amore segreto, che sfida tutte le convenzioni, fra Michele e doña Blanca Flores, la moglie del proprietario del mattatoio.

Cugia dimostra di essere uno scrittore imprevedibile e perfettamente padrone del proprio mezzo, abbandonando senza sforzo la prosa nera e tagliente dei precedenti romanzi a favore di una scrittura dal respiro più ampio e dallo stile elegante e coinvolgente al tempo stesso.