Rosario Crocetta, un governatore scrittore.

La sua storia umana e politica è una storia di prese di posizione e di messe in discussione di verità comunemente accettate, che si sviluppa a partire dalle istituzioni più incrollabili dell'Italia degli anni 60: la Chiesa Cattolica e il Partito Comunista. All'interno di ogni consesso di "fedeli", che si trattasse di fede politica o religiosa, Rosario Crocetta ha dovuto lottare più di chiunque altro per far ascoltare la propria opinione e per essere giudicato solo per il proprio operato e non come "diverso". Alla sua elezione a sindaco di Gela i quotidiani di ogni colore politico evidenziarono che si trattava del "primo sindaco gay d'Italia".

Il lavoro instancabile di Crocetta contro le organizzazioni criminali e per la pulizia della pubblica amministrazione, oltre a imporgli la necessità di vivere sotto scorta, è servito, finalmente, a far parlare dell'attuale governatore principalmente come un nemico della mafia, più che come un politico omosessuale. Comporre contrasti è la specialità di Rosario Crocetta, come si evince dal suo ultimo libro Io Non Ci Sto.

Il contrasto fra la militanza politica comunista e la fede cattolica e fra quest'ultima e la serena accettazione e dichiarazione della propria omosessualità, per esempio, sono stati fra i più difficili da appianare all'inizio della sua carriera. In seguito si è trattato di sanare contrasti ben peggiori, come quello fra la sede istituzionale della legalità e il proliferare della criminalità. Come ai tempi della militanza nel Pci, Crocetta ha attinto alle sue inesauribili riserve di ostinazione e buon senso, raggiungendo risultati impensabili prima di lui.