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Nahum tevet, ludica geometria
Del 25/10/2013 di Lucia Conti - L'artista israeliano sa mescolare stupore infantile e rigore geometrico.
Nahum Tevet, nato nel 1946, è considerato il più estremo tra i minimalisti israeliani che hanno operato soprattutto intorno alla metà degli anni settanta. Tuttavia almeno due aspetti del suo lavoro, vale a dire la qualità poetica dei colori e il fatto che le sue opere riproducano oggetti reali (come ad esempio tavoli e letti), sono in totale controtendenza proprio con le regole del Minimalismo, nelle sue connotazioni programmaticamente antiespressive, formalmente fredde e radicalmente astratte.
Può essere senz'altro definito un artista concettuale che si ispira parzialmente al Bauhaus, creando intricate sculture e installazioni architettoniche realizzate impiegando materiali industriali e a partire da moduli geometrici.
Il suo stile evoca a molti le architetture moderniste di Tel Aviv, non è privo di una componente di gioco e di ironia e i parametri seguiti sono spesso quelli della finta casualità e del recupero dello stupore infantile, considerato come primo motore della creatività.
Tutto questo rende la riduzione della realtà a formula matematica, che pure è facilmente riscontrabile nelle opere dell'artista, contaminata in ultima istanza da una componente innegabilmente emotiva.
Tevet vive e lavora nello stato di Israele, ha esposto nelle più importanti gallerie del mondo (a Parigi, New York, Zurigo e Gerusalemme) e ha preso parte importanti rassegne che vanno dalla 50ma Biennale di Venezia (nel 2003) alla Biennale di São Paulo (nel 1994).
Dal 1980 insegna presso il Dipartimento di Arti Visive della Bezalel Academy of Art and Design di Gerusalemme e negli anni duemila, sempre presso lo stesso istituto, è stato responsabile del programma di Master in Arti Visive.
Le opere di Nahum Tevet saranno in mostra a Milano fino al primo dicembre.