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Dieter Roth, quando il mezzo diventa il fine
Del 21/11/2013 di Lucia Conti - Artista, grafico, poeta, realizza progetti editoriali e processi di stampa del tutto originali e alternativi.
Dieter Roth, noto anche come Diter Rot o Diterrot, è stato un artista, poeta e graphic designer svizzero noto per il suo eclettismo e per la capacità di sperimentare sempre, puntando l'attenzione sul procedimento creativo e fondendo spesso arte e vita, mezzo e risultato.
Si è affermato in Svizzera, negli Stati Uniti, ma soprattutto in Islanda, dove si è trasferito a partire dal 1958. Oltre che con gli artisti di Fluxus, ha collaborato anche con esponenti del Noveau Rèalisme, del Wiener Aktionismus e con Spoerri, Filliou e Rainer.
Negli anni cinquanta ha fondato la rivista di poesia concreta "Spirale" insieme ad E.Gomringer e in quel periodo molti dei suoi lavori hanno subito l'influsso dell'"arte concreta" di Max Bill.
Ha mescolato a lungo stili, media e linguaggi espressivi, realizzando progetti editoriali alternativi, ha fondato case editrici e giornali aperti anche a dilettanti e bambini e ha ideato originali processi di stampa, come nella serie "Six Piccadillis", realizzata elaborando grandi stampe ricavate da cartoline degli anni Sessanta.
Ha usato per le sue opere cioccolata, catrame, colla e muffe. Nel 1970, a Los Angeles, ha presentato nell'ambito di una mostra trentasette valigie piene di formaggio, lasciandole a fermentare in un trionfo di miasmi e vermi come simbolo del disfacimento dell'opera d'arte, fino a suscitare l'intervento delle autorità sanitarie.
Ha intrecciato poesie e disegni, sfumando la parola nella dimensione pittorica e viceversa, ha prodotto libri artisticamente alterati, deformando o tagliando le pagine, e "libri oggetto", ricavati riempendo budelli di fogli estratti da altri libri e riviste.
Negli anni novanta ha trasformato in un'installazione il suo tavolo da lavoro, fondendo i suoi elementi in un unico blocco simbolico destinato a cambiare negli anni in virtù di un'eterogena stratificazione di oggetti, così come ha usato per lo stesso scopo i pavimenti e alcuni ambienti delle abitazioni in cui ha vissuto.
Ha inoltre usato per i suoi lavori proiettori di diapositive, monitor e videocassette. Singolare anche il suo esperimento su una sorta di alfabeto sonoro, ottenuto collegando una macchina da scrivere Olivetti a un organo elettrico Yamaha e a un registratore Grunding.
E' morto nel 1998 di attacco cardiaco, nel suo studio di Basilea.
Le sue opere saranno in mostra all'Hangar Bicocca fino al 9 febbraio 2014.