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Fuga di artisti dall'Italia, la storia dei Betty Poison
Notizie Milano

Betty Poison la band italiana che piace ai tedeschi

Del 12/02/2014 di Ivan Filannino - Intervista a Nunzio Falla, chitarrista dei Betty Poison, rock band italiana emigrata a Berlino nel 2012.

Lavorare in Italia diventa sempre più difficile a causa della crisi e degli stipendi tra i più bassi d'Europa. Così dobbiamo assistere alla fuga dei cervelli e la fuga della manodopera, ma anche se se ne parla meno l'Italia inizia a patire anche la fuga degli artisti.

In particolare chi fa musica rischia di trovare poco spazio in un paese dalla mentalità musicalmente chiuso e poco incline a dare spazio a generi lontani dallo standard italiano.

Così si va all'estero, soprattutto in Germania, Inghilterra e Scandinavia dove le opportunità per sperimentare sono decisamente maggiori. E' il caso dei Betty Poison, rock band nata a Roma nel 2005 su iniziativa di Lucia Rehab (Voce e chitarra) e Nunzio Falla (seconda chitarra) e trasferitasi in Germania nel 2012 dopo un memorabile tour in Giappone.

Per scoprire i motivi di questa fuga la redazione di MilanoLocali.it ha intervistato proprio Nunzio Falla, ventinovenne originario della Sicilia diventato chitarrista a sedici anni grazie a una chitarra regalatagli dai genitori.

Ciao Nunzio, spiegaci questa decisione di trasferirvi in Germania.
La nostra band ha sempre suonato all'estero poiché il nostro genere di musica viene apprezzato maggiormente fuori dall'Italia. Per questo motivo abbiamo ritenuto che spostare la base nel centro Europa potesse agevolare la nostra mobilità live. Una città come Berlino attrae numerosissimi artisti provenienti da tutto il mondo, ciò crea un melting pot assolutamente interessante e si creano collegamenti e nuove conoscenze molto stimolanti.  

Come è stato il primo periodo all'estero?
Il problema più grosso è stato quello della lingua per questo ci siamo messi subito a studiare tedesco poi abbiamo dovuto sostituire il batterista e abbiamo dedicato molto tempo a questa ricerca.

Che differenze avete trovato a livello professionale tra Italia e Germania?
I tedeschi sono più rigidi sugli orari, per cui i live iniziano generalmente puntuali ed il pubblico è predisposto in tal senso. L'Italia ha dei circuiti underground fantastici, solo che fanno fatica a trovare spazio.

Tornereste in Italia se ci fosse la possibilità?
Nessuno ci impedisce di tornare, tuttavia le condizioni in cui ci troveremmo a vivere, come cittadini e come musicisti, non sono favorevoli. In Italia il costo della vita sono troppo alti, per vivere devi lavorare a tempo pieno e questo penalizzerrebbe la carriera che vogliamo intraprendere come musicisti. In Germania è diverso c'è la possibilità di fare lavori di vario genere, che non impegnino tutto il tuo tempo, e con ciò che guadagni riesci a pagare le tue spese. Il musicista è un lavoratore come tutti gli altri, per cui le sue esibizioni vanno dichiarate, i suoi lavori extra-musicali vanno dichiarati, e poi magari lo stato ti dà una mano con un'assicurazione sanitaria privilegiata, a basso costo rispetto alle altre. In Italia invece il musicista non è nemmeno considerato un lavoro.

Quali sono i vostri prossimi progetti?
Nei prossimi mesi registreremo alcuni brani in acustico che vogliamo accompagnare con video che rappresentino in modo autentico chi siamo e dove siamo. Inoltre stiamo lavorando a nuovi brani elettrici con i quali comporremo quanto prima un album.

Ringraziamo Nunzio augurandogli grandi successi coi Betty Poison e per chi ancora non li conoscesse ecco il link per ascoltare alcuni loro brani.

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