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Kenzaburo Oe
Del 23/04/2013 di Angela Fiore - Le molte facce della scrittura di Kenzaburo Oe
La commissione che assegnò nel 1994 il premio nobel per la letteratura a Kenzaburo Oe riconobbe allo scrittore il merito di aver "creato un mondo immaginario nel quale realtà e mito si condensano a formare un ritratto sconcertante dell'odierna condizione umana". Questa definizione rende giustizia solo in parte alla vastità dell'opera di Oe, il quale, pur essendo fortemente influenzato dalla letteratura occidentale, conserva un gusto e un'attitudine inconfondibilmente giapponese in tutti i cicli della propria scrittura.
I romanzi di Kenzaburo Oe procedono da sempre per cicli, sviluppando successivamente una serie di temi ricorrenti. Nelle opere giovanili ricorrono una serie di figure infantili archetipiche, fortemente influenzate dallo studio di Jung, mentre nell'età adulta si ripete più volte la metafora della sottomissione sessuale come simbolo della condizione di sottomissione del Giappone all'occidente. In seguito, per un breve periodo, Oe si è interessato delle frange più marginali e violente della società, dedicandosi a una scrittura decisamente picaresca e venata di esistenzialismo e ritornando, idealmente, alla sua originale passione per i classici della letteratura francese e americana.
Le opere della maturità, come l'ultimo libro Il Bambino Scambiato, contengono numerosi riferimenti alle vicende biografiche di Oe, in particolare alla sua condizione di padre di un figlio disabile, Hikari, nato nel 1963 e affetto da un grave ritardo mentale.