Il Tennis Come Esperienza Religiosa

Il Tennis Come Esperienza Religiosa

Due saggi di David Foster Wallace per la prima volta in un unico volume.

Il Tennis Come Esperienza Religiosa

La diffusione massificata e popolare dello sport traccia spesso, inevitabilmente, una linea di demarcazione molto netta fra chi se ne interessa e chi lo snobba. L'intellettuale, che per definizione si dedica all'approfondimento di temi “alti” e alla vita della mente, non è solito sedere nelle tribune dei grandi eventi sportivi, almeno non quando vuole essere preso sul serio. Poche sono le figure che, come David Foster Wallace, riescono a porsi al di fuori di ogni dubbio nell'olimpo dei più grandi narratori del proprio tempo e a veicolare un amore per lo sport che ne riscopre i significati profondi.

Da sempre appassionato di tennis e memore di una personale carriera sportiva di tutto rispetto, Wallace ci coinvolge nel suo amore sconfinato per questo sport, attraverso due saggi, pubblicati per la prima volta in un unico volume, dedicati rispettivamente a Federer e a una memorabile edizione degli U.S. Open. Nella prosa inconfondibile e avvolgente di Wallace, il tennis diventa simbolo delle contrapposizioni filosofiche fra i diversi approcci alla vita, fra la bellezza delle forme e l'efficacia della forza bruta, fra la ricerca della perfezione stilistica e il torbido giro degli interessi economici. La capacità di cogliere l'universo dell'esistenza umana nel microcosmo dello sport, riconferma per l'ennesima volta Wallace, come una delle voci più importanti della letteratura americana dei nostri tempi.