Aldo Busi: le gioie di un outsider

Nelle prime pagine del suo ultimo romanzo El Especialista de Barcelona dice di sè: “una volpe alla Esopo dissociata dalla sua sconfitta, sono io, e la loro uva acerba mi fa schifo tanto è marcia, inutile che continuino ad abbassarmela [...] l'uva più matura e prelibata e irraggiungibile resto io per loro”.
In queste poche righe si concentra il riassunto di un'intera vita, che coincide totalmente con l'impegno letterario, all'insegna dell'individualismo più incorruttibile.

Nel corso degli anni la popolarità di Aldo Busi è cresciuta non solo di pari passo con il successo meritato dei suoi libri, ma forse soprattutto con la sua fama di outsider a tutti i costi, che si rifiuta ostinatamente di farsi ben volere da circoli, salotti e sottoboschi, anche i più alternativi.

L'orrore per l'omologazione e l'orgogliosa rivendicazione dell'autodidatta che si fa paladino della cultura “alta”, sono alla base della sua naturale irriverenza, del suo rifiuto di mediare fra ciò che è vero e ciò che è opportuno dire.
Nel mondo di Aldo Busi non esiste la diplomazia e non c'è niente di rassicurante al quale aggrapparsi: la verità è il solo pane quotidiano e accettarla in tutte le sue forme, anche in quelle che comportano dolore e spavento, è l'unica via per abbracciare con pienezza tutte le gioie che la vita ha da offrire.