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Thomas Berra e l'archetipo urbano
Del 27/10/2012 di Lucia Conti - Sensibilità pop e rielaborazione del mito

Nonostante la giovane età, Thomas Berra ha già preso parte a diverse personali e collettive che lo hanno visto distinguersi tra le nuove leve dell'arte italiana contemporanea.
Al 2005 risale la sua prima personale, a Milano, nel 2006 prende pare a una collettiva presso la galleria Marie-Claude Goniard di Parigi, nel 2007 partecipa al "Treno dell'arte", collabora con Enrico Manera presso "Ars Italica", e viene scoperto e premiato da "Cow Parade", che seleziona una sua mucca con figure in bianco e nero per l'Arco della Pace di Milano.
La sua carriera decolla definitivamente e Berra continua ad esporre in Patria, ma anche all'estero e a prendere parte a una serie di interessanti iniziative e collaborazioni: espone a Pechino con Masters of Brera, organizza una collettiva di giovani artisti in un ex supermercato nei pressi di Limbiate ("Sold Out"), dà vita a due performance con Paul Kostaby, partecipa in qualità di relatore alla conferenza "Art attack", è presente nella prima e nella terza edizione di "Step09" e molte altre sono le tappe della sua produzione.
Il suo linguaggio è apparentemente semplice, ma intessuto di simbologie, ricco di stilizzazioni misteriose, di feticci, di rinvii al folklore, alle paure dell'infanzia, alla poesia dell'archetipo e allo street-style, che comunque rappresenta la sua matrice di partenza.
I colori della sua pittura sono vivaci, immediati, "pop" e nello stesso tempo, a volte, remotamente etnici.
La sensibilità ha una componente urbana, ma si allontana dal contesto quando rappresenta la complessità dell'esistenza e degli eterni interrogativi dell'uomo.
Sottomarini "subculturali", graffi, biglietti del cinema, gocciolature, rielaborazioni di Caronte e di Pinocchio, collages, fotografie, ritagli, sono solo alcuni degli elementi che compongono la carrellata di opere che Berra ci propone e che presentano, in ultima istanza, una struttura fortemente narrativa.