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La commedia è stata scritta per “questi interpreti” e il fatto già la colloca in una tradizione teatrale. Il dialogo dunque nasce con le sue voci e forse per questa esigenza ho tanto spesso scritto per me stessa. Perché il titolo? Mi sono egoisticamente aggiudicata una protagonista che al crepuscolo di una vita lunga e avventurosa, reale quanto inventata , l’infelicità scartata con un colpo di tacco, il protagonismo raggiunto con la follia, i legami affettivi temuti come armi, sembra decisa a chiudere le sue partite ancora aperte con gli ultimi co-protagonisti della sua esistenza, siano essi persona, luoghi o oggetti. Ma basta anche una piccola mossa all’accanito giocatore per restare ancora, appunto, in gioco. Per lei una cameriera e una bellissima stufa. La vita potrà ancora divertirla? Dopotutto, dice la signora, “ non era nelle intenzioni del Creatore farci divertire”. Franca Valeri L’ultima commedia di Franca Valeri, di cui ho avuto il compito-privilegio di sorvegliare e incoraggiare le sue varie stesure, si è subito imposta alla mia attenzione per un fascino particolare che non mancherà di reclamare i suoi diritti in sede di messinscena: una certa eccentricità di scrittura, unita a quella feconda irregolarità, tipica degli artisti più grandi, quelli che non amano pascersi e riposare su risultati ottenuti e consolidati, ma che osano imbattersi, con invidiabile longevità artistica nel caso di Franca Valeri, in territori non ancora esplorati. Un’ attenzione del tutto inedita al come si coniugava e riusciva a coincidere con la sostanza e l’urgenza del cosa.Mi accorgevo che l’artista Valeri, fortunatamente inesausta, stava tentando qualcosa di nuovo e ancor più sofisticato. Franca giocava con assoluta libertà- quella dei veri grandi, non disgiunta cioè da una particolare prudenza- con la propria avventura esistenziale ed artistica, montava e rismontava i propri “materiali” in un caos ordinato e regolatissimo dove, attraverso una modalità tipicamente impressionista, un certo realismo de-realizzato, ma mai del tutto abbandonato, riesce a coniugarsi con grazia mozartiana in lirismo metafisico. Con un avveduto ( e meravigliosamente insensato) altalenare di citazioni e rimandi, in un corto circuito di mirati occultamenti e svelamenti capace di includere e contagiare il Personaggio, la Persona e l’Attrice Valeri, si andava componendo una macchina testuale (specchio segreto… forse… di una meravigliosa avventura umana e artistica?) che osa fare Non tutto è risolto il suo originale statuto espressivo. Il tema di una vecchiaia capricciosa e caparbia unito a quello di una memoria strumentalmente lacunosa per lenire o differire il sentimento di una possibile, incipiente fine, spargono e diffondono una musica sottilmente malinconica nei reparti più segreti di una commedia garbata e divertente si, ma anche ricca di armonici più rapinosi e insondabili. Orario Martedì e sabato ore 19.30 Da mercoledì a venerdì ore 20.30 Domenica ore 16.00
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