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FIGLIDIUNBRUTTODIO, scritto e messo in scena dagli attori Paolo Mazzarelli e Lino Musella, è stato definito dalla critica una “pièce stralunata e perfetta”, in cui “l’orrore fa a gara con gli scoppi di risate”. Ad essere intrecciate in maniera spiazzante sono due storie all’apparenza distanti: da un lato una coppia di vagabondi, due poveri cristi senza futuro, che sopravvivono nella spazzatura e nell'illusione, mutuati in parte da Uomini e topi di Steinbeck, in parte da Aspettando Godot; dall'altro un conduttore televisivo senza scrupoli e l'aspirante partecipante a un reality show. Note degli autori FIGLIDIUNBRUTTODIO: è, nel metodo, un tentativo di scrittura scenica integrale a due. Siamo cioè due attori che, nel farsi autori/interpreti di un pezzo di teatro, si concedono una maggiore libertà/responsabilità, e nello stesso tempo si obbligano al continuo confronto con un “altro” col quale dividere, all'interno della creazione scenica, ogni passaggio. FIGLIDIUNBRUTTODIO: segue questa strada per una sola ragione: perché assieme sentiamo l'esigenza di mettere in scena l'oggi, ed il qui: Italia 2010. Ci guardiamo attorno, la Realtà ci investe, e noi cerchiamo, col nostro lavoro, di fissarne un frammento su un palco. Per poterla vedere e capire un pò meglio. FIGLIDIUNBRUTTODIO: sceglie, all'interno di questa Realtà, due storie: - Una centrale, che ha per protagonisti due gemelli ed un conduttore televisivo, ambientata nel mondo della TV. Un mondo in cui Denari e Speranze scorrono a fiumi, attraverso canali a volte putrescenti. Una Fogna regale, nella quale hanno diritto a nuotare, o ad annegare, solo pochi eletti. La seconda, a fare da contrappunto, è la storia di due falliti veri. Una coppia ispirata a quella di “Uomini e topi” di Steinbeck. Due poveri cristi senza futuro, che sopravvivono nella Spazzatura, nell'illusione, nel reciproco Amore. Cosa hanno in comune i personaggi della regale Fogna di certa TV, e gli altri due, che bazzicano nella reale Spazzatura di tutti i giorni? Primo: fanno ridere, ma non lo sanno. Secondo: non hanno Speranze, ma sono convinti di averne. Terzo: sono figli diversi, e illegittimi, di una stessa Realtà, di un comune Tempo, di un brutto Dio. E tengono in mano, tutti, uno Specchio. Perchè, come dice Shakespeare, “il proposito del teatro, dalle origini a ora, è stato ed è di tenere, per così dire, lo specchio alla natura, di mostrare alla virtù i suoi lineamenti, al vizio la sua immagine, e all'età e al corpo del tempo la loro forma e impronta.” Orario Tutti i giorni ore 21.00, mercoledì ore 19.30, domenica ore 17.00
Tangenziale EST - A51
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