Shepard Fairey a Milano: il volto della Storia

Sono poche le immagini che hanno il pregio di diventare simboli indiscussi di un'epoca: HOPE, il ritratto di Barack Obama creato da Shepard Fairey ,quattro anni fa, è  una di queste.
Fairey, in arte Obey, ha dato alla street art il palcoscenico internazionale più importante dai tempi di Basquiat, creando l'icona virale più celebre di tutti i tempi.

La Nuova Galleria Giglio in Via Marsala, 6 (Zona Brera), a Milano ospita, fino al 7 dicembre, la mostra Passaggio in Italia, che contiene lavori realizzati originariamente per una serie di performances pubbliche nella città di Venezia, con lo scopo di creare un dialogo fra il linguaggio post-moderno dell'artista americano e la storia della città lagunare, con i suoi monumenti e la sua tradizione.

È ancora possibile parlare di street art, quando le opere di un autore vengono esposte in una galleria? Nel caso di Obey è possibile, perché la qualità specificamente virale del suo lavoro fa sì che, qualunque sia la piattaforma originaria di queste immagini – che ricordano a tratti le eccellenze grafiche della propaganda sovietica – la loro destinazione sia sempre e comunque l'ultima frontiera della strada: il web.
Il concetto di street art si ridefinisce, nel momento in cui un'opera si rende veramente disponibile a chiunque desideri usufruirne, appropriarsene, citarla, modificarla.
Proprio grazie alla sua versatilità e alla molteplicità di significati che sa veicolare in ogni circostanza, HOPE è entrata a far parte dello scenario “urbano” di tutta la popolazione mondiale, pur essendo stata creata per la campagna elettorale americana.

Assistere oggi a una personale di Fairey è un autentico incontro con la storia dei nostri giorni: un appuntamento imperdibile.