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Valentina Cortese, l'ultima diva
Del 10/09/2013 di Lucia Conti - Cinema d'autore e prestigio internazionale nella lunga carriera dell'attrice milanese
Valentina Cortese nasce a Milano nel 1923.
Insieme ad Alida Valli è una delle protagoniste del cosiddetto "cinema dei telefoni bianchi", così chiamato in quanto legato alla rappresentazione di una società del benessere di cui il telefono bianco, contrapposto ai telefoni neri delle case "popolari", è considerato una sorta di simbolo.
Il primo film in cui recita risale al 1940 e si intitola "L'orizzonte dipinto". Ne seguono prestissimo altri, che incrementano progressivamente il suo successo e il suo prestigio. A fianco dell'ancora giovane Marcello Mastroianni interpreta "I Miserabili" (nel ruolo di Cosetta),"Lulù" e "Le notti bianche".
Solo dopo il 1948, tuttavia, arriva la fama internazionale, quando la 20th Century Fox mette sotto contratto l'attrice milanese, che si trova a dividere il set con James Stewart, Spencer Tracy, Ava Gardner ed Humphrey Bogart. In Italia, intanto, si consacra come stella di prima grandezza vincendo il Nastro d'argento come attrice non protagonista del film "Le amiche", di Michelangelo Antonioni.
Il matrimonio sbagliato e presto fallito con Richard Basehart, nel 1958, impone alla sua vita una battuta d'arresto, ma è uno stallo di breve durata e già nel 1961 torna sulla scena e in piena forma con "Barabba", che la vede recitare al fianco di Anthony Quinn, Silvana Mangano e Vittorio Gassman. Partecipa inoltre al film "Giulietta degli spiriti", di Federico Fellini, e all'estero lavora con Ingrid Bergman, Kim Novak e Peter Finch.
La vicinanza personale ed artistica con Giorgio Strehler le fa quindi scoprire la bellezza "parallela" del teatro, dove la Cortese emerge per il taglio fortemente espressivo della sua recitazione e per il talento con cui interpreta ruoli drammatici.
Nel 1973 consolida il sodalizio con il cinema d'autore lavorando con François Truffaut nel film "Effetto notte", per il quale ottiene addirittura la nomination all'Oscar come miglior attrice non protagonista. Vince Ingrid Bergman, ma durante la consegna del premio l'attrice svedese arriva a sostenere pubblicamente di non meritarlo e attribuisce alla rivale la vittoria morale della competizione.
La Cortese inizia intanto a lavorare con Franco Zeffirelli, con cui gira "Fratello sole, sorella luna", lo sceneggiato televisivo "Gesù di Nazareth" e "Storia di una capinera".
Altre collaborazioni internazionali la vedono al fianco di Paul Newman e Jacqueline Bisset nel film "Ormai non c'è più scampo" e come protagonista insieme a Robin Williams de "Le avventure del barone di Münchausen" di Terry Gilliam, geniale ed eclettico regista noto per il gusto "steampunk", per il temperamento anarchico e per aver militato nel gruppo comico inglese dei Monty Python.
Interpreta inoltre, negli anni duemila, il "Magnificat" della tormentata poetessa Alda Merini, per la regia di Fabio Battistini.
Valentina Cortese sarà in mostra a Milano a partire dall'11 settembre.