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Tony Viramontes e il ruggito dell'illustrazione
Del 24/06/2013 di Lucia Conti - Il suo stile aggressivo e ricco di contrasti sbaraglia una generazione abituata ai toni pastello e alle linee morbide

Se nel 1988 l'Aids non lo avesse strappato alla vita a soli 28 anni, Tony Viramontes avrebbe probabilmente guadagnato, molto di più di quanto abbia già fatto, un nome di prima grandezza nel firmamento dei creativi.
Il giovane losangelino irruppe sulla scena dei tardi anni '70 con uno stile in totale controtendenza rispetto ai morbidi toni pastello degli illustratori di moda dell'epoca e il suo approccio spregiudicato, fatto di contrasti e linee decise, riscossero immediatamente un successo destinato a fare scuola. Non gli piacque mai, tuttavia, essere etichettato come un mero illustratore e si considerò sempre un artista con la vocazione di trasformare le idee in immagini.
Influenzato da Man Ray, Jean Cocteau, Degas, Matisse, Egon Schiele, Picasso e Fellini, ma anche dalla musica e dalla vita rutilante degli anni Ottanta, lavorò per "Vogue" negli USA, per "The Face" in Inghilterra, e per "Jill Magazine" e "Marie Claire Le Monde" in Francia, oltre che per i più importanti nomi della moda, tra i quali Yves St. Laurent, Valentino, Versace, Chanel e Givenchy.
Il suo intuito pop lo portò a realizzare sia i ritratti di Paloma Picasso e Diana Ross, sia interessanti copertine di album di artisti destinati a diventare in seguito famosissimi, come i Duran Duran, Donna Summer e Janet Jackson. Diresse inoltre il video di "Each time you break my heart", con Madonna.
Le sue immagini di donne dominanti e aggressive e uomini sensuali dagli occhi truccati e un "allure" tipicamente New Wave, si imposero presto all'estetica collettiva.
"Goldy", l'ultima versione italiana di Fiorucci, e la stilista giapponese Hanae Mori, gli chiesero di assumere la direzione artistica delle loro compagnie, dalla decorazione delle boutiques al design delle loro collezioni.
Nel destino di Tony Viramontes, però, era purtroppo scritto che una morte prematura dovesse impedire gli ulteriori sviluppi di un notevolissimo potenziale. I segni della sua breve, ma affascinante carriera, tuttavia, restano riferimenti importantissima nella storia dell'illustrazione, della fotografia e del costume, anche a distanza di più di vent'anni dalla sua scomparsa.