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Rodin, lo spirito imprigionato
Del 24/07/2013 di Lucia Conti - Per lo scultore francese è il "pathos" a garantire bellezza e verità di un'opera

Robusto, ma sofisticato, attento alla riproduzione dell'anatomia, ma non schiavo del realismo, Auguste Rodin, in mostra a Milano da ottobre, infonde il movimento e la vita nelle sue opere con efficacia seminale, diventando un esempio per molti scultori delle generazioni successive.
Nato a Parigi nel 1840, mescola abilmente l'ispirazione derivata da Michelangelo agli spunti della scuola gotica francese e i suoi ritratti presentano un'acuta profondità psicologica.
Al canone classico sostituisce un approccio che si riappropria dell'unicità del modello e persino del singolo momento e per questa ragione chiede spesso a chi posa per lui di muoversi per la stanza, in modo relat.ivamente libero
Pur considerando la natura e la sua diretta osservazione un riferimento irrinunciabile, Rodin si discosta dalla fredda imitazione che appiattisce il dato emotivo, per ravvisare nel "pathos" le radici dell'espressività.
Il movimento e dunque l'azione non sono concepiti come un estensione del corpo, ma anche e soprattutto come la conseguenza di una forza immateriale che preme per essere liberata e in questo si ravvisa il fine ultimo della scultura. Emblematico a questo proposito il gruppo de "I borghesi di Calais", che riproduce un episodio storico ad alta tensione tragica con un risultato che va oltre la cosiddetta "bellezza formale".
L'artista lavora su bozzetti in creta che gli servono come base per le sue opere in marmo, ma soprattutto in bronzo, considera bella qualunque cosa susciti un sentimento, non necessariamente rassicurante o pacificantee si distacca sia da quell'estetica fondata solo sulla grazia e sull'armonia, sia da chi vincola la verità alla mera fedeltà della riproduzione. Per Rodin "vero" è solo ciò che è conforme allo "spirito" e questo atteggiamento a volte crea frizioni e malintesi, come quando la sua scultura di Balzac viene rifiutata in quanto "poco accademica" dal committente, la Société des Gens de Lettres.
Una delle sue opere più conosciute (celebrata con un "doodle" anche dal famoso motore di ricerca "Google" in occasione dei 172 anni dalla nascita dell'artista), è "Il pensatore", concepito come parte di un grande portale in bronzo ispirato alla "Divina Commedia".
In questa ambiziosa composizione, che dovrebbe adornare l'ingresso del Musée des Arts Décoratifs, sono previste una serie di scene tra le quali quella di Dante assorto nei suoi pensieri proprio all'ingresso dell'Inferno.
Sfortunatamente il Museo non verrà mai inaugurato, ma quella scultura particolare e suggestiva rende definitivamente famoso l'autore e diventa il simbolo della condizione intellettuale dell'uomo, diviso tra slancio spirituale e limite naturale.