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Philip Stern, dal fronte al set
Del 03/09/2013 di Lucia Conti - Il fotografo newyorkese firma reportages di guerra e ritratti hollywoodiani.
Philip Stern è uno dei fotografi più importanti del novecento, sia in quanto narratore della Storia, sia in quanto cronista del costume, della poltica e della "mitologia hollywodiana".
Nasce da una famiglia di immigrati russi e cresce a New York, iniziando la sua carriera di fotografo free-lance nel 1939, nel "Friday".
Durante la seconda guerra mondiale, dopo un breve ma noiosissimo periodo trascorso a Londra a fare foto agli ufficiali, si arruola nei Darby's Rangers e parte per il nordafrica come corrispondente di guerra per la rivista delle forze armate "Stars and Stripes". In Tunisia viene ferito, ma recuperate le forze torna al fronte e partecipa allo sbarco in Sicilia nel corso dell'"Operazione Husky", riportando nuove ferite e ricevendo per questo la "purple heart".
Di nuovo in patria decide di trasferirsi ad Hollywood. Stern aveva già interagito con l'industria del cinema (a Los Angeles aveva seguito Orson Welles nella lavorazione di "Citizen Kane"), ma dopo la guerra decide di spostarsi definitivamente nel cuore pulsante di quel mondo frenetico e magico che comincia a fotografare da una comoda posizione "backstage". Realizza per la cosiddetta "fabbrica dei sogni" e per la scena musicale mainstream una serie di indimenticabili ritratti in bianco e nero destinati ad entrare nell'iconografia di massa. I volti di Marylin Mornoe, James Dean (di cui Stern è intimo amico), Marlon Brando, così come quelli di Louis Armstrong, Sammy Davis Jr, Ella Fitzgerald e molti altri grandi del Jazz (per non parlare delle splendide sequenze dedicate a Frank Sinatra), si sovrappongono in una successione di scatti dai quali emergono come figure fragili e mitiche nello stesso tempo, creature umanissime con il volto dell'immortalità.
Stern è inoltre il fotografo ufficiale del presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy.
Ciò che caratterizza il suo stile in senso definitivo è la capacità di mescolare sapientemente ironia e distacco, patina formale e spensieratezza e il risultato è una sorta di affettuosa dissacrazione degli idoli dell'epoca, che però non esclude l'ammirazione, anzi, la presuppone.
La mostra di Philip Stern sarà a Milano dal 20 settembre.