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Paulina Otylie Surys, erotica decadenza
Del 22/05/2013 di Lucia Conti - Commistione di tecniche per immagini fuori dal tempo.

Paulina Otylie Surys è una fotografa, regista e pittrice nata in Polonia nel 1979 e cresciuta in un contesto postcomunista in cui i libri d'arte vengono venduti di nascosto e si respira un clima generale di censura e profonda oppressione culturale.
Sostenuta dalla famiglia, nonostante le mille difficoltà, si cimenta inizialmente nella pittura tradizionale, scopre quindi la fotografia e infine comincia a mescolare stili e tecniche: dipinge polaroid, realizza serigrafie, sperimenta combinazioni che la portano ad utilizzare gelatina d'argento colorata a mano, olii e catrame.
Opera ormai stabilmente a Londra e i suoi lavori appaiono su "VISION China", "Vogue It online", "FIASCO", "IDOL", "Vanity Fair" e molte altre prestigiose pubblicazioni.
Le immagini che rappresenta sono inquietanti, remote, larvatamente gotiche, realizzate con strumenti analogici e antiche tecniche fotografiche e il tratto distintivo dello stile della Surys è proprio il costante (e spiazzante) bilanciamento di vecchio e nuovo, decadenza e futuro, oltre che la necessità di esprimere l'urgenza dell'inconscio.
Sono spesso evocati il corpo umano, la morte, la violenza, la tensione sensuale e, in una certa accezione distorta, il circolo della vita. L'approccio narrativo è molto libero, anacronistico, slegato.
I riferimenti sono molteplici, in particolare l'artista polacca ammira Matisse per la composizione e il colore e Pollock per la perfetta capacità di "eruttare" sulla tela le sue pulsioni psichiche. Anche Hans Bellmer, pittore, scultore e fotografo tedesco conosciuto soprattutto per le sue strane bambole scomposte e spesso deformi, è tuttavia una fonte di indubbia ispirazione.
Repressione e libertà, desolazione e mistero, nonchè un erotismo morboso che quasi si riveste di strana sacralità, sono dunque le costanti che qualificano un immaginario sofisticato ed eretico e in ogni caso, indubbiamente attraente.