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Nobuyoshi Araki, feticismo e imperscrutabilità
Del 23/05/2013 di Lucia Conti - L'enigma dell'erotismo e il mistero della morte negli scatti del fotografo giapponese.
Nobuyoshi Araki è l'emblema del voyeurismo e dell'inscindibile connubio tra sessualità e pulsione di morte tipico della cultura giapponese in generale e dell'immaginario particolare di questo fotografo e artista, nato a Tokyo nel 1940.
Emblematiche, in questo senso, le foto scattate alla moglie Yoko e sistemate in due raccolte: "Sentimental journey", che risale al loro viaggio di nozze, e "Winter journey", cronistoria fotografica della malattia e morte della donna, somparsa per un cancro alle ovaie nel 1990. Araki ripeterà un'operazione simile anche nel 2012, quando documenterà la malattia e il decesso della sua amatissima gatta Chiro.
Gli scatti, che fissano implacabili anche gli aspetti più cupi della realtà, lasciano irrisolta l'ambiguità sulle intenzioni: non si capisce mai se l'approccio vagamente gelido dell'artista sia un modo per esorcizzare il dolore, oppure il prodotto dell'eccitazione visiva e intellettuale che Araki dichiara di provare di fronte ai fiori appassiti e in generale al cospetto del mistero radicale della non esistenza. Questo tipo di imperscrutabilità, d'altronde, rappresenta fedelmente l'enigma di un intero popolo abituato a soffocare le emozioni e a rielaborare le pulsioni represse in modo incomprensibile, distorto e tuttavia intenso e affascinante.
Negli anni ottanta Araki si concentra su Kabukichō, storica "red light area" di Shinjuku, un quartiere di Tokyo. Pubblica inoltre moltissimi libri, spesso sull'industria del sesso giapponese, sviluppa una forte interesse per l'estetica feticistica e diventa un'icona dalla biografia assolutamente "conforme" (in Giappone viene più volte arrestato con l'accusa di oscenità e persino il direttore di un museo subisce conseguenze analoghe per aver esposto delle sue foto).
Collabora con Playboy, Erotic Housewives e Déjà-Vu, riceve l'apprezzamento di celebrità del rock alternativo come Björk, che si fa immortalare per la copertina di "Telegram", e suscita anche l'attenzione di grossi nomi del mainstream, come Lady Gaga, che si fa ritrarre in una posa "bondage" in verità molto standard e persino un po' banale, che onestamente somiglia poco alle composizioni dell'artista e volgarizza le peculiarità del suo lavoro.