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Per concludere le celebrazioni del bicentenario verdiano, la Scala inaugura la nuova stagi...
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La Traviata inaugura la nuova stagione de La Scala

Del 04/12/2013 di Angela Fiore - Il 7 dicembre la tradizionale apertura della stagione lirica chiuderà il bicentenario verdiano.

Ogni amante della lirica segretamente sa che, se esiste, nel corso di un'intera stagione, una singola serata nella quale sarà impossibile godere di un'opera, questa é, necessariamente, la prima de La Scala. Nonostante questo la tradizionale apertura della stagione a Sant'Ambrogio è un evento sociale, mondano e artistico che esercita un'attrazione irresistibile soprattutto fra coloro che non possono permettersi di presenziare.

Gli ingredienti fondamentali per una buona prima, nella tradizione degli ultimi anni, sono: una produzione con almeno un elemento eccessivamente "moderno", per avere la certezza di scontentare i loggionisti e garantirsi uno strascico di polemiche che accompagni almeno la prima produzione; un parterre di ospiti vip che non abbiano assistito ad alcuna opera dal precedente 7 dicembre e una querelle qualunque, a sfondo artistico, politico, economico o filosofico poco importa. La musica torna, solitamente, a primeggiare a partire dalla seconda settimana di rappresentazioni.

Il programma di quest'anno, in merito ai succitati ingredienti, sembra assai ricco e completo e questo, prevedibilmente, farà slittare parte dell'attenzione dovuta a un'apertura che si preannuncia interessante da più punti di vista. L'opera scelta è La Traviata - che di fatto concluderà le celebrazioni per il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi - e l'ottimo cast presenta almeno due nomi di prima grandezza. L'Alfredo di Piotr Beczala costituisce una garanzia, dal momento che il tenore polacco ha interpretato più volte questo ruolo verdiano ottenendo critiche più che positive, oltre ad aver conquistato il pubblico de La Scala con una splendida interpretazione di Rodolfo ne La Bohéme di Puccini nel 2012. Questa produzione de La Traviata vedrà anche il debutto nel ruolo di Violetta dell'acclamatissimo soprano tedesco Diana Damrau, particolarmente apprezzata per i ruoli di coloratura e indimenticata Regina della Notte nel Flauto Magico di Mozart.

Sul podio ci sarà Daniele Gatti, apprezzato direttore sinfonico, noto per la capacità di adottare approcci innovativi mantenendo intatto il rispetto per l'intento originale delle composizioni. In questo caso pare siano state incluse partiture tratte dalla stesura originale del 1853, la cui prima non riscosse grandi fortune, tanto da non essere mai più eseguita con quella stessa partitura, ma solo nella versione successivamente modificata da Verdi.

Si sa ancora poco della regia, affidata a Dmitri Tcherniakov, regista tanto avversato quanto popolare, noto per le ambientazioni moderne e per aver stravolto non poco i meccanismi narrativi del Don Giovanni al festival di Aix-En-Provence del 2010. Fino a questo momento il regista russo ha dichiarato solo di voler incentrare la messa in scena sulla storia d'amore fra Violetta e Alfredo, senza prenderne in considerazione risvolti ideologici. Il direttore Daniele Gatti, in un'intervista, si è lasciato sfuggire qualche informazione circa i costumi, che saranno moderni, e le scenografie, che saranno d'epoca. Considerando che, in alcuni ambienti, basta il taglio contemporaneo di un abito a scontentare la parte più misoneista del pubblico, si può dire con certezza che anche per quest'anno la sana polemica è assicurata.

I comuni mortali, che non possono spendere 2000 € per assicurarsi una poltrona, avranno la possibilità di assistere all'evento in piazza, grazie ai maxischermi messi a disposizione da Samsung, oppure comodamente da casa, grazie alla diretta di Rai5.

Categorie: Eventi , Musica

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