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Jonathan Monk e il potere della leggerezza
Del 09/06/2013 di Lucia Conti - L'artista inglese fa dell'ironia il complemento naturale della sua creatività.

Jonathan Monk nasce a Leicester nel 1969. La sua matrice è il concettualismo degli anni sessanta, ma il "quid pluris" che lo caratterizza è una forte dose di humor, di leggerezza e di elementi biografici, che l'artista inglese aggiunge alla tradizione.
Nel 1992 vende dipinti di annunci pubblicitari per viaggi low-budget al prezzo del pacchetto vacanza indicato.
Nel 1994 si prende gioco delle pose autocompiaciute degli artisti contemporanei scrivendo con l'urina il proprio nome su una spiaggia.
Mentre vive a Los Angeles, crea, tra il 1997 e il 1999, "None of the Buildings on Sunset Strip", come risposta al famoso libro fotografico (e senza dubbio anche "iconografico") "Every Building on the Sunset Strip", di Ed Ruscha's.
Per quanto riguarda la rielaborazione creativa del dato biografico, vanno senza dubbio menzionate due proiezioni di diapositive, "In Search of Gregory Peck" (1997), che mostra foto del padre dell'artista in veste di turista nell'Europa negli anni Cinquanta e "The gap between my mother and my sister", che illustra i suoi piccoli viaggi tra casa della madre e quella della sorella.
Monk prende in giro inoltre gli aspetti promozionali e gestionali dell'arte contemporanea in lavori come "This painting should ideally be kept in storage" (2004) "This painting should ideally be hung near a Sol Lewitt" (2004) e "This painting should ideally be hung slightly too close to a Douglas Huebler" (2005).
Crea infine diversi lavori al neon, e nel 2009 esibisce cinque sculture in acciaio inox che offrono versioni sgonfie dei "rabbit balloons" che sono il marchio di fabbrica di Jeff Koons.