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Francis Bacon, famoso pittore nato a Dublino: influenzato dall'espressionisto, ricorda Mun...
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Francis Bacon e il tragico enigma del dolore

Del 08/07/2013 di Lucia Conti - Dissezioni e distorsioni come specchio della condizione umana

Fragile, spregiudicato, ambiguo, talentuoso, Francis Bacon, parente alla lontana del filosofo Francesco Bacone, è uno degli artisti più originali dell'arte contemporanea.

La sua personalità anticonvenzionale si contrappone sin dall'infanzia a quella dal padre, militare in pensione e veterano della seconda guerra boera. Quel figlio, asmatico e fragile, è quanto di più distante dalla filosofia di un rigido "pater familias" che nella caccia e negli sport all'aria aperta vede le uniche forme di divertimento onorevole e nell'esibizione della virilità un dovere morale. Quando il giovane Francis dichiara di volersi dedicare all'arte e si rifiuta di nascondere la sua omosessualità, viene addirittura cacciato di casa.

Lo stile di questo artista, che resta folgorato da una mostra di Picasso e arriva a prostituirsi per poter dipingere liberamente, ha una matrice sicuramente espressionistica. Osservando le sue bocche spalancate, le sue urla silenziose, la sua riduzione della figura umana a coacervo di angoscia, a figura deforme inghiottita dall'oscurità, è molto difficile non evocare il nome di Edvard Munch. Anche Vincent Van Gogh e Diego Vèlazquez lo influenzano moltissimo, rappresentando due modi diversi, ma complementari, di ritrarre un'umanità dall'espressività inquietante.

Il corpo, umano o animale, è abbozzato, distorto oppure macellato. Ossa e nervi non sono elementi connettivi, ma un bisturi che al contrario incide e separa, mettendo a nudo la natura inquietante della vita e la potenza distruttiva delle emozioni. Bacon è, in ultima istanza, un "sezionatore".

Suggestioni disparate lo affascinano o lo terrorizzano e in definitiva lo ispirano. Fonti letterarie e autori come Becket, Kafka, Sartre e Camus lo catturano con le loro introspezioni sul mistero insondabile della natura umana e sull'assurdo dolore dell'esistenza. Il cinema di Ejzenstejn o Stroheim, incubi, fotografie di presunti fantasmi, testi di radiologia e foto di criminali nazisti alimentano quotidianamente la sua immaginazione e il suo atelier, pieno di ritagli, libri e immagini grottesche e archetipiche, è la sintesi delirante di tutto il suo mondo.

Lo spartiacque terribile della seconda guerra mondiale imprime una svolta se possibile ancora più cupa alla pittura di Bacon, ma molti leggono nelle convulsioni terribili che animano i dipinti di questo poeta dell'oscurità un riflesso dell'estetica del sublime settecentesca, qui intesa in senso tragico, come frustrazione definitiva delle più alte aspirazioni ideali.

Categorie: Arte e cultura

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