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Elliott Erwitt, serio nel non essere serio
Del 06/11/2013 di Lucia Conti - Umorismo nonsense e poesia involontaria sono le principali caratteristiche del fotografo italo-americano.
Elio Romano Erwitz, detto Elliott Erwitt, è un fotografo che si pone sulla linea stilistica di Henri Cartier-Bresson, soprattutto in relazione all'abilità di finalizzare lo scatto alla cristallizzazione del "momento decisivo".
Ebreo di origine russa, nasce a Parigi e cresce a Milano fino al 1938, quando è costretto ad emigrare con la sua famiglia negli Stati Uniti d'America in seguito alle leggi razziali. In America studia fotografia al Los Angeles City College e cinema alla New School for Social Research.
Il suo obiettivo si focalizza con ironia sulle piccole assurdità quotidiane. E' affascinato dai cani, che stimolano la sua creatività surreale e che sono di fatto motivo ispiratore e protagonista dei suoi quattro libri: "Son of Bitch", "Dog Dogs", "Woof" ed "Elliott Erwitt's Dogs". I suoi scatti in bianco e nero ne qualificano l'orientamento stilistico in modo definitivo, per usare le sue stesse parole "Il colore è descrittivo, il bianco e nero è interpretativo" e l'ispirazione di Erwitt si esprime di fatto nelle sfumature, non nella mera rappresentazione. Le sue foto combinano un'originale filosofia "nonsense" con un forte senso dell'improvvisazione e i suoi libri e i suoi progetti nascono editando in senso concettualmente organico materiale raccolto spontaneamente, dando una grande importanza allo scatto istintivo.
Oltre a quella di Cartier-Bresson, Erwitt subisce anche l'influenza di fotografi come Edward Steichen, Roy Stryker e Robert Capa, ma a differenza di fotografi come Capa, che striscia nel fango per evitare granate e pallottole vaganti, allo scopo di fotografare il "ruggito" della guerra, Erwitt, preferisce sempre un approccio divertito, ironico, "serio nel non essere mai troppo serio".
Come freelance lavora per riviste e aziende, nel 1953 entra a far parte della prestigiosa agenzia Magnum Photos, che lo lancia definitivamente nel crircuito fotografico internazionale e negli anni settanta comincia a girare lungometraggi, spot televisivi, documentari e film. E' inoltre operatore alla camera per "Gimme Shelter" e fotografo di scena per "Bob Dylan: No Direction Home".
Interpreta infine se stesso nel film documentario di Douglas Sloan, chiamato "Elliott Erwitt: I bark at dogs"
Elliott Erwitt, insieme ad altri grandi fotografi, sarà in mostra a Milano fino al 12 gennaio 2014.