Amelia Bauer e il paesaggio mitico

Amelia Bauer nasce e cresce nei deserti di montagna di Santa Fe, nel New Mexico.

Alla base della realizzazione delle sue opere, che restituiscono sempre un senso di affascinante inquietudine, c'è l'esplorazione sia dei luoghi "fisici" che dei misteri e tabù che ad essi si legano e in virtù di questo meccanismo l'artista esprime un misto costante di attrazione e timore di fronte alle insidie di una natura incontaminata.

I paesaggi che la affascinano maggiormente sono il deserto del sudovest e la foresta del nordest ed entrambi le offrono un'evidente bellezza paesaggistica e una serie di richiami ai miti del folklore americano, declinati in religioni e rituali, leggende medianiche di origine vittoriana e fobie ancestrali legate all'immaginario collettivo.

E' affascinata dalla fotografia, dal disegno e dalla scultura, ma solo la prima le consente di immortalare pulsioni spontanee in modo rapido, anche se l'uso di luci non naturali e giochi pirotecnici rende gli scatti della Bauer circonfusi di un alone misterioso che confina con l'immaginazione.

Lo "scontro" tra un'ipotesi di natura idealizzata e la contempazione diretta di una natura selvaggia, unitamente alla capacità dell'artista di mescolare i due registri, spalanca così una sorta di terza dimensione che incontra le atmosfere della letteratura horror e dei racconti di avventura.

Presente e inequivocabile, inoltre, la suggestione della fantascienza, evocata con l'ausilio di luci che suggeriscono una fonte extraterrestre (emblematica in questo senso è la serie "Extra Terrestrial").

Amelia Bauer sarà in mostra a Milano a partire dal 26 settembre.