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Allora & Calzadilla e il futuro "meticcio"
Del 18/10/2013 di Lucia Conti - Il duo continua a mescolare istanze interdisciplinari e provocatorie, tra tribalismo e globalizzazione.
Jennifer Allora, nata a Philadelphia, Pennsylvania, e Guillermo Calzadilla, nato a L'Avana, Cuba, sono due artisti visuali che attualmente vivono e lavorano insieme a San Juan, Puerto Rico.
Si sono incontrati mentre studiavano entrambi a Firenze e collaborano dal 1995 in una perfetta armonia di intenti e di stile.
A partire dagli anni duemila si sono fatti notare a livello internazionale con una vasta produzione di opere imperniate sull'impatto colonialistico o neocolonialistico e in generale sugli effetti della globalizzazione. La loro prima opera, esposta alla Tate Modern di Londra, è in questo senso emblematica: una scultura di luci dell'artista americano Dan Flavin, collegata a una pila caricata con pannelli solari esposti alla luce dei Caraibi, ha rappresentato visivamente il silenzioso e inesorabile sfruttamento dell'America del sud da parte dell'America del nord.
Allora e Clazadilla credono che il futuro non possa essere che "meticcio", vale a dire un incontro armonioso di diversità anche contrapposte, in base al principio eracliteo della sostanziale coincidenza degli opposti. Sono inoltre affascinati da Michel Foucalt, dal reggaeton e dal cosiddetto "Cargo cult", il culto del cargo, tipico di società tribali entrate in contatto con culture tecnologicamente più avanzate, specie durante la seconda guerra mondiale e in occasione dello sbarco di merci da parte di grandi navi giapponesi e americane, e incentrato sulla convinzione da parte dei nativi delle isole del Pacifico che prodotti e innovazioni fossero "doni del cielo" da invocare attraverso rituali e pratiche magico-religiose.
Le loro opere fondono scultura, fotografia, performances, video e musica. Il suono in particolare ha un ruolo centrale nella loro ispirazione, in quanto in grado di indurre emozioni immediate destinate a riverberarsi nell'area cognitiva e sentimentale dell'ascoltatore con efficacia ancestrale e definitiva. Il duo si confronta inoltre con la storia e con gli assetti geopolitici contemporanei, destabilizzandoli e ridefinendoli in modo poetico e ironico, senza mai far venire meno una mobilitazione intellettuale reale.
Ormai famosi a livello internazionale e ospitati nei più importanti musei del mondo e nell'ambito di tutte le più insigni rassegne, si sono fatti ulteriormente notare perchè, invitati a rappresentare gli Usa alla Biennale di Venezia 2011, hanno trasformato un carro armato in un gigantesco tapis roulant, simbolo dell'espansionismo statunitense e provocazione surreale, soprattutto considerando il loro ruolo di "rappresentanti" del sistema che tanto sarcasticamente hanno stigmatizzato.
La loro prima mostra sarà a Milano fino al 24 novembre.