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L'enigmatico distacco di Sandro Chia
Del 10/05/2013 di Lucia Conti - Malinconia senza tempo tra De Chirico e Chagall

Sandro Chia, classe 1949, diplomato all'Accademia di Belle Arti di Firenze e parte attiva del circuito romano a partire dal 1970, è uno dei nomi più insigni della Transavanguardia, movimento fondato dal critico Achille Bonito Oliva e teso al recupero dell'approccio figurativo nella pittura.
Nell'ambito della Transavanguardia, Chia espone in tutto il mondo, dalla Biennale di Venezia alla Royal Academy di Londra, dal Guggenheim Museum al Metropolitan di New York.
Sulla tela rappresenta corpi quasi monumentali e figure enigmatiche e sensuali, malinconicamente distaccate e statiche, sospese in scenari senza tempo che ricordano Chagall, Savinio, Picasso, De Chirico e Cézanne.
I colori sono addensati e corposi, il tratto deciso e dinamico, le allusioni rinascimentali niente affatto assenti.
La sua vena "eroica", inoltre, trova una forma e uno "sfogo" definitivo nel bronzo delle sue sculture.
Un aspetto peculiare della personalità di Chia è inoltre il fatto che nutra un interesse genuino per la parola scritta, tendenza che lo porta ad illustrare in modo originale e poetico le opere di Alda Merini, Beppe Fenoglio e Gabriel Garcia Marquez.
Dal 1981 si trasferisce a New York e dalla fine degli anni '90 si dedica al mosaico, coniugando il suo stile e il cromatismo vivace delle sue tele con le suggestioni di questa antichissima arte.