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La pittura emozionale di Safet Zec
Del 19/06/2012 di Redazione Milanolocali.it - Per la prima volta a Milano, i "Capolavori senza tempo" di Safet Zec saranno esposte alla Rotonda della Besana

L'emozione pittorica senza tempo di Safet Zec sarà per la prima volta a Milano, per una grande mostra intitolata “Capolavori senza tempo”.
Il pittore nasce in Bosnia nel 1943; le sue opere hanno un'impronta poco narrativa e decisamente densa di un'emozione che ripercorre memorie sofferte e malinconiche.
La preparazione di Zec inizia alla Scuola superiore di arti applicate di Sarajevo e, continuata all’Accademia di Belgrado, viene subito colta la sua genialità. Qui incontrerà la sua futura moglie ed eseguirà un importante restauro in una vecchia casa nel quartiere ottomano dell’antica città di Pocitelj.
La pittura di Safet inizia a farsi conoscere non solo nel suo Paese ma anche a livello internazionale, come in America e in Giappone. La guerra a Sarajevo però interruppe il moto espressivo dell'artista che fu costretto a fuggire con la famiglia: Corrado Albicocco permise a Safet Zec di ricominciare a lavorare a Udine nel 1992, per poi trasferirsi a Venezia nel 1998.
Le proprie origini sono difficili da cancellare e da dimenticare, e con la fine del conflitto l'artista ha riaperto a Sarajevo il suo studio, ora diventato anche centro di iniziative culturali.
Come ha espresso il curatore della mostra milanese, Stefano Zuffi, le opere di Zec raccontano «i secoli di arte, profondamente amata e intensamente vissuta nello stile di Zec, sviluppando il suo percorso lungo l'Adriatico: prima sulla sponda dei Balcani, poi a Venezia. Non è solo un tragitto attraverso la geografia, ma anche attraverso la storia: quella delle vicende individuali, lungo i decenni con cui si è chiuso il Novecento e si è aperto il nuovo millennio».
Un'artista molto apprezzato e riconosciuto, nel 2001, Martine Aubry dopo aver ammirato le sue opere a Venezia, ha invitato Safet Zec a Lille per una mostra antologica presso la chiesa abbandonata di Sainte-Marie-Madeleine, recuperata per l’occasione. Nel 2003 ha ricevuto il premio “Leonardo Sciascia” per l’incisione. Nel 2005 l’International League of Humanists gli ha conferito il premio umanistico Linus Pauling.
Nel 2007 il Ministero della cultura della Repubblica Francese gli ha conferito il titolo di “Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres”.