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la fotografia come estensione della capacità di raccontare: luigi ghirri, dalle copertine...
Notizie Milano

La malinconia metafisica di Luigi Ghirri

Del 16/08/2012 di Lucia Conti - L'eco dell'uomo negli scatti del fotografo "rinascimentale"

Autore di numerosissime copertine di dischi di successo per la Rca (Dalla, Morandi, Cccp, Stadio), Luigi Ghirri inizia la sua carriera di fotografo negli anni Settanta, partecipando dell'atmosfera e dell'esperienza degli artisti concettuali.

Negli anni Ottanta sposta l'obiettivo sul territorio e comincia a ritrarre paesaggi privi della presenza dell'uomo, ma non dei suoi manufatti, nonchè pervasi da una sorta di malinconia assoluta che sospende il tutto in una dimensione quasi metafisica.

Concepisce la fotografia come un'estensione della facoltà di percepire la realtà, magari partendo dall'ovvio e rivisitandolo sotto un'altra luce, sempre inalterabilmente misteriosa.

E' inoltre appassionato di musica, di architettura e di poesia e ritiene che l'arte sia uno sguardo sul mondo, non la tecnica impiegata per raccontarlo.

A questo proposito Ghirri si definisce spesso "rinascimentale", polivalente ed interculturale e non fa che sottolineare il fatto che la fotografia non debba risolversi in una mera riproduzione realistica di ciò che è catturato dall'occhio, ma piuttosto "attivare un campo di attenzione" diverso, ben oltre i confini dell'esperienza diretta.

Il suo ultimo scatto è, in questo senso, meravigliosamente emblematico e quasi "medianico".

Ghirri scompare all'improvviso nel 1992, ma prima di morire ci lascia la foto di un canale che divide un tratto di pianura padana, perdendosi nell'infinito e nella foschia.

Un'immagine capace di produrre, nella sua semplicità, una profonda soggezione.

I contorni sfumati e il lattiginoso gelo dell'inverno, perfettamente resi nel loro effetto psicologico sul fotografo, contribuiscono infatti a rendere un semplice scorcio di paesaggio il simbolo stesso dell'infinito, dell'ancestrale nostalgia per le origini e, forse, in un senso più radicale, anticipatorio e inconscio, della sua stessa morte e dell'eternità.

Categorie: Arte e cultura
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