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La fotografia di Kenro Izu
Notizie Milano

Kenro Izu e il tempo sospeso

Del 03/08/2012 di Lucia Conti - La fotografia come viaggio e come riflessione.

Se si pensa a Kenro Izu, classe 1949, fotografo giapponese reputato uno dei più esperti stampatori al mondo con la tecnica del platino palladio (apoteosi qualitativa della stampa fotografica in bianco e nero), la prima cosa che viene in mente è la sospensione del tempo e dello spazio.

Le atmosfere evocate da questo fotografo meticoloso e riflessivo infatti, sono pervase da qualcosa di cui siamo così abituati a fare a meno da non notare nemmeno più la sua assenza: il silenzio.

L'occidente è ormai talmente saturo di rumori, di proclami, di slogan e in generale di toni esasperati e cacofonia, da aver paradossalmente indebolito la comunicazione e perso il senso di una vera ricerca dei significati più profondi della vita.

A questa esigenza risponde invece la fotografia di Kenro Izu, dalle prime prove, incentrate su nature morte di indicibile e statica grazia, a tutta la fase dei viaggi per il mondo, che parte dal 1979 e produce una serie di immagini di luoghi sacri nei loro siti naturali in Siria, Egitto, Giordania, Messico, Scozia e Francia e, più recentemente, in Cambogia, Indonesia, Vietnam ed India, sulle tracce dei principali monumenti buddisti ed induisti del Sud-est asiatico.

Ci si sente davvero piccoli di fronte alla bellezza di queste foto "silenziose", definitive, legate a simboli dell'assoluto che sottraggono chi le guarda al flusso della contemporaneità e ricordano all'uomo l'eternità cui un tempo ambiva. Anche i ritmi dello scatto si conformano a una paziente riflessione sul senso della vita e sono distanti anni luce dalla frenesia dell'era della fotografia digitale, legandosi piuttosto a una serie di esperienze sul territorio in virtù delle quali il fotografo restituisce, e non ruba, qualcosa di bello e prezioso ai luoghi che visita.

"Considero ogni fotografia" dice lo stesso Kenro Izu "come la mia orma lasciata su un sentiero, talvolta sono orme nette e profonde, altre volte indefinite e superficiali. Oltre alle fotografie, realizzate negli ultimi trent'anni, ho avuto, soprattutto, la fortuna di aver vissuto esperienze, visto luoghi e incontrato persone che mi hanno insegnato cosa sia l'amore e la felicità".

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