Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione. Visitando questo sito accetti pienamente la nostra Privacy Policy.

Giulio Einaudi e la sua casa editrice
Notizie Milano

Giulio Einaudi, l'"ottimo despota"

Del 10/12/2012 di Lucia Conti - Successi e declino di uno dei giganti della divulgazione culturale

Figlio del futuro presidente della Repubblica e fondatore dell'omonima casa editrice, Giulio Einaudi, classe 1912, inizia giovanissimo una carriera fatta di sfide radicali e rivoluzionarie innovazioni culturali.

Ancora giovanissimo entra far parte di una confraternita di ex allievi del Liceo D'Azeglio che annovera tra i suoi membri Cesare PaveseNorberto Bobbio (detto "Bindi"), Leone Ginzburg (detto "Agenzia Tass" o "il barbuto lion dei Monti Urali"), Vittorio Foa, Giulio Carlo Argan, Fernanda Pivano e molti altri. Gli incontri al caffè Rattazzi, o nelle case dei membri del gruppo, generano dibattiti costanti che vanno dalla filosofia, alla letteratura, alla politica.
Nel 1933 e a soli ventun'anni, Einaudi fonda l'omonima casa editrice, scegliendo come sede lo stesso palazzo che aveva ospitato "Ordine nuovo" di Gramsci, a Torino.

Immediatamente la segreteria fascista attiva la sua attenzione malevola verso quello che è definito un covo di potenziali sobillatori, di cui è nota l'avversità al regime.
All'interno del suo gruppo di lavoro intanto, Einaudi viene spesso percepito in modo ambivalente... "principe illuminato", geniale rabdomante, misantropo sempre pronto ad applicare il principio del "divide et impera", "timido carico di fascino", vero talento nel comporre e sfruttare in modo proficuo i contrasti tra le menti geniali del suo team e arrogante al punto da meritarsi i soprannomi di "Divo Giulio".

Nel 1934 viene pubblicato il primo volume, "Cosa vuole l'America", dell'allora vicepresidente degli Stati Uniti Henry Agard Wallace. La giovanissima casa editrice introduce inoltre quella cura dei particolari, delle rilegature e della fattura dei libri, che saranno il suo marchio di fabbrica per i decenni a venire. La grafica è sempre all'avanguardia e si avvale del talento di Munari, Steiner e Huber.

Presto comincia ad apparire sui libri, il logo (destinato a diventare famosissimo) dello struzzo che ingoia un chiodo, con il motto "Spiritus durissima coquit". E di "chiodi" ne ingeriscono in quantità, i coraggiosi pionieri del gruppo, che durante il fascismo subiscono perquisizioni, arresti e condanne al confino. Leone Ginzburg e Cesare Pavese sono i due pilastri del gruppo, insieme allo stesso Einaudi.

Si uniscono presto altri validi collaboratori, la Pivano traduce l'"Antologia di Spoon River", una giovanissima Elsa Morante inaugura la collana "Libri per l'infanzia e per la gioventù", Eugenio Montale la collezione "Poeti".

La guerra e le lotte della resistenza impongono una battuta d'arresto al gruppo. Ginzburg muore a seguito delle percosse fasciste, Einaudi scappa in Svizzera e in seguito si unisce alle brigate garibaldine, nel 1944 incontra a Roma Palmiro Togliatti, ed è l'inizio di un'interazione politica ed intellettuale che condurrà alla pubblicazione di "Lettere dal carcere" e dei "Quaderni" di Antonio Gramsci. Pavese trova intanto rifugio in un convento di Casale Monferrato. Dopo la fine della guerra l'Einaudi si cinge degli allori di un'onestà intellettuale, sanguinosamente conquistata sul campo.

Vengono pubblicati libri che segnano la storia della letteratura internazionale, dalle opere di Thomas Mann a quelle di Borges, Sartre, Proust e Musil, mentre best sellers come "Il giardino dei Finzi-Contini" di Bassani, "La ragazza di Bube" di Cassola, "Marcovaldo, ovvero le stagioni in città" di Calvino e "La Storia" di Elsa Morante rendono l'ormai affermata casa editrice sempre più potente.

Verso la fine degli anni settanta, la crisi. Regime di amministrazione controllata, lenta transizione societaria e infine, negli anni novanta, il gruppo, roccaforte della sinistra intellettuale e militante, viene controllato per il 70% dalla Mondadori e quindi da Berlusconi.
Giulio Einaudi muore il 5 aprile del 1999, dopo una vita di rischi, di successi e di feroce rigore.

Categorie: Arte e cultura

Notizie Milano

Iscriviti alla newsletter

i campi con * sono obbligatori