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Crepax e la donna irraggiungibile
Del 18/04/2013 di Lucia Conti - Valentina e l'onirismo feticistico di un'epoca.

Guido Crepax ha lasciato nell'immaginario collettivo legato all'erotismo e al fumetto una traccia indelebile.
Artista grafico, illustratore pubblicitario, autore di libri, di poster e copertine di dischi tra cui "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno, il fumettista milanese notissimo anche in Francia è ancora oggi associato a un'idea di femminilità unica nel suo genere.
Nel 1965 nasce infatti per la rivista "Linus" il personaggio di Valentina Rosselli, inizialmente fidanzata di Philip Rembrant, critico d'arte ed alter ego del supereroe Neutron, ma dotata sin dal principio di una tale capacità di impatto da surclassare ben presto il personaggio principale e imporsi in tutta la sua perfezione sofisticata con il semplice nome di "Valentina".
Ispirata fisicamente da Louise Brooks, diva del cinema muto degli anni Venti, questa flessuosa fotografa con problemi che vanno dall'anoressia a complessi garbugli psicoanalitici, resta in breve padrona assoluta della scena e delle tavole di Crepax e lascia il segno diventando il simbolo degli anni Sessanta, delle sue illusioni e dei suoi complessi.
Incarnazione di un ideale naturalmente distante come i sogni o le vite impossibili, Valentina si muove su uno sfondo di onirismo quasi psichedelico dalle declinazioni fantascientifiche, fantasy o avventurose.
E' indubbio che il cinema sia una grande influenza in questa operazione, soprattutto quello più visionario e feticistico.
Così come Valentina ricorda la Brooks, Anita, altro personaggio nato dalla fantasia dell'autore, si richiama ad Anita Ekberg ed è la protagonsta di una storia surreale all'interno della quale arriva ad avere addirittura un rapporto sessuale con la TV, anticipando in questo modo le deviazioni di Cronenberg ed il delirio tecnologico di "Videodrome".