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Bob Dylan, il cantautore leggendario
Notizie Milano

Bob Dylan, il menestrello di Duluth

Del 21/02/2013 di Lucia Conti - Profetico, poetico, misantropo

Bob Dylan, al secolo Robert Allen Zimmerman è molto di più di un cantautore leggendario, è un poeta popolare, un affresco transgenerazionale, nonchè il simbolo del "Movement", il movimento di protesta americano, che userà brani come "Blowin' in the wind" e "The Times They Are A-Changin", come simboli storici delle lotte di quegli anni.

Il suo linguaggio rifiuta la patina del pop e mescola letteratura anticonvenzionale, impegno politico (pacifismo e diritti civili lo identificheranno quasi quanto la voce atipica e l'armonica a bocca) e una vastissima gamma di influenze musicali che vanno dal rock and roll al country-blues, dal jazz al rockabilly, passando per le lande della musica popolare inglese, irlandese e scozzese.

Il sostrato in cui vive è quello della beat generation, della poesia urbana, della libertà sperimentata in ogni forma e prospettiva.

Profetico, intenso, vagamente misantropo ("Just because you like my stuff doesn't mean I owe you anything” era la frase con cui allontana i fans più invadenti), surrealista, dadaista ed introverso, Dylan è anche pittore, poeta, conduttore radiofonico ed attore.
Il passaggio all'elettrico segnerà anche il suo allontanamento dalle lotte degli anni Sessanta, che l'artista non rinnega, ma dalle quali prende le distanze per approdare a una ricerca concettualmente più indipendente dai clamori del suo tempo e della società. Tutto questo è amplificato da un grave incidente d'auto che si verifica proprio a Woodstock, quasi a sugellare simbolicamente questa cesura, e a seguito del quale Dylan cambierà profondamente.
Alla fine degli anni settanta risale la sua "rinascita cristiana". Come Johnny Cash (con cui peraltro incide venti canzoni che appariranno nel bootleg "Big River, The Nashville Session"), anche il menestrello di Duluth subisce un'evoluzione religiosa (o involuzione, a seconda dei punti di vista), che lo porta a pubblicare due album di musica gospel cristiana.

Gli anni ottanta sono gli anni del "Live Aid", del tour con Tom Petty and The Heartbreakers e soprattutto del "Never Ending Tour", iniziato nel giugno del 1988 al fianco del chitarrista G.E. Smith e di una piccola band con cui Dylan continuerà a suonare per i successivi diciannove anni, passando attraverso gli anni e gli inevitabili cambiamenti della lineup.

Negli anni novanta è ricoverato per una pericardite che si teme possa risultargli fatale. L'artista commenta dicendo "Ho veramente pensato che presto avrei visto Elvis".

Nel 2008 vince il Premio Pulitzer alla carriera per "il profondo impatto sulla musica e la cultura popolare d'America, grazie a composizioni liriche dallo straordinario potere poetico" e non possiamo che pensare proprio al Dylan poeta, orale, visionario, understated e tuttavia lapidario e definitivo, ricordando uno dei suoi brani più leggendari, "Like a Rolling Stone". Costruita attorno all'immagine decadente di una ragazza un tempo ricca e felice, sprofondata in un inferno di solitudine, miseria e disperazione, la storia narrata è contemporaneamente anche il simbolo della terribile precarietà del mondo e dell'evanescenza della felicità.

Il canto "sbilenco" e asciutto di Dylan si libra sull'abisso ed ha come ideale controcanto la risata sarcastica di un dio malinconico, beffardo e sostanzialmente ateo.

Categorie: Arte e cultura

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